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Mercatino Franchising, il tema del riuso per una comunicazione di successo

Una campagna digitale che racconta le sfide contemporanee e i bisogni della società in equilibrio tra ironia e attualità Un messaggio mirato e la scelta di strumenti efficaci sono state le prerogative del successo delle recenti campagne progettate ed erogate da Officina.Tech per la catena di negozi per l’usato Mercatino Franchising. “In ogni casa ci sono fino a 1.800€ a portata di mano”, recita il primo spot lanciato la scorsa primavera, che apre le porte al concetto di “giacimenti domestici” e di tesori dentro casa che troppo spesso non vengono considerati tali. Ed è proprio intorno all’idea di poter guadagnare denaro extra vendendo ciò di cui non si necessita che si sviluppa la campagna di Mercatino Franchising, inserendosi in un momento storico particolarmente complesso.   La campagna ha ricevuto un ottimo riscontro anche offline, dimostrando di aver raggiunto le persone “giuste” al momento “giusto” e con i toni “giusti”. I franchisee, infatti, hanno registrato un incremento significativo di oggetti usati portati nei diversi punti vendita. È così che a ottobre 2022 viene dato seguito alla campagna di successo sui giacimenti domestici, al fine di incrementare la sensibilità delle persone verso l’economia circolare e quello che è il proprio “patrimonio nascosto” in casa, ma soprattutto rispetto al valore che potrebbe ritornare loro utilizzando come canale di vendita proprio Mercatino Franchising, colosso del settore con una lunga storia alle spalle. D’altronde, la sostenibilità rimane un pilastro per Mercatino Franchising, che nel 2022 raggiunge traguardi significativi con 9 milioni di oggetti venduti a fronte di 100 milioni di fatturato, contando ben 64 milioni di chilogrammi di Co2 risparmiata, 600 milioni di litri d’acqua recuperata e 1500 alberi piantati. Questa seconda campagna si articola su tre spot audio e video, ognuno dei quali declina il messaggio in base alla fascia d’età a cui si rivolge: troviamo ad esempio chi vorrebbe impiegare il guadagno economico per organizzare una festa, chi per sistemare la casa e chi vorrebbe regalarsi una vacanza. Tuttavia, il momento storico attuale, caratterizzato dal caro bollette, crisi economica e inflazione, non poteva essere ignorato, ed è così diventato un filo conduttore per lanciare un messaggio mirato: i “giacimenti domestici” possono essere una risorsa concreta per far fronte all’incremento dei costi generali che riguarda tutti, a prescindere dalla generazione a cui si appartiene. Vista l’intenzione di dar vita a un “sequel” della campagna sui giacimenti domestici, si è optato per un’operazione di retargeting su tutte le piattaforme utilizzate per la prima campagna. Anche se il buon esito dell’attività pubblicitaria è in gran parte da attribuire a un perfetto equilibrio tra messaggio e ironia, non si può evitare di considerare l’importanza che hanno avuto le piattaforme e le tecniche pubblicitarie, strategicamente selezionate. La campagna audio è stata erogata sulla piattaforma di Spotify e in Digital Radio, mentre la parte video su differenti publisher online.    Per garantire la pervasività del messaggio, gli spot sono stati indirizzati in esclusiva a chi aveva visto o sentito lo spot principale, in cui una coppia aveva messo in vendita i propri oggetti. Il “sequel” si è focalizzato sulla fase successiva della compravendita, ovvero su come si potesse impiegare il denaro ricavato grazie all’attività di Mercatino Franchising: in questo modo si garantiva la continuità del racconto.     Attraverso una prima azione promozionale, dunque, è iniziato uno storytelling di sensibilizzazione e acquisizione di consapevolezza nei potenziali clienti di Mercatino Franchising – spiegando come potevano tramutare i loro oggetti in un’azione concreta per l’ambiente e per il proprio ritorno economico – che ha trovato continuità nel contesto storico attuale, suggerendo un utilizzo delle risorse strategico. Audiomatic, sofisticata piattaforma di erogazione che sfrutta la digital radio, è rimasta colpita dai risultati raggiunti, tanto da annoverare Officina.Tech come l’agenzia italiana con la migliore performance su Second Screen. Questa, è una tecnica pubblicitaria che consente di mostrare annunci display sul proprio dispositivo dopo aver ascoltato lo spot audio, intercettando così due volte l’utente che ha già familiarità con quel contenuto. Grazie a questo strumento, infatti, è stato possibile attivare un retargeting display solo sugli utenti che avessero sentito lo spot, riuscendo anche a raggiungerli durante le loro attività quotidiane online. La medesima logica di retargeting applicata sugli spot audio è stata seguita per l’erogazione in programmatic video, con un’unica eccezione: mentre sui primi il reingaggio avveniva in corso d’opera, nello spot video è stato necessario dapprima creare l’audience con l’erogazione del primo video a cui poi è stato somministrato il secondo. Con il Second Screen si ha così l’opportunità di fare due campagne in una, coinvolgendo l’utente a più livelli e creando in automatico un retargeting multisensoriale, da un ingaggio audio ad uno visual con una ragionata continuità del messaggio.

Influencer marketing: cos’è e perché considerarlo in una strategia

Oggi più che mai bisogna considerare il potere del passaparola. Anche se i diversi formati e posizionamenti del digital advertising sono utili, a volte non bastano, soprattutto per conquistare la fiducia dei consumatori. Gli utenti sono sempre alla ricerca di nuovi stimoli, forme di comunicazione originali e più interattive. Su questo fronte, i social media mettono a disposizione svariate soluzioni che le aziende possono adottare per intercettare il proprio target. Una di queste è l’influencer marketing che, soprattutto nell’ultimo anno, ha registrato una crescita notevole.  La sfera degli influencer è molto cambiata negli ultimi anni: da un’attività esclusiva dei più giovani o di chi ama dilettarsi con gli strumenti social, si è trasformata in una professione riconosciuta ed esercitata da una grande varietà di persone e che non risulta più legata a età, genere o categorie di argomenti.     Perché le aziende non dovrebbero trascurare questa forma di marketing nella loro strategia?   Che cos’è l’influencer marketing?   Sono già diversi i brand che hanno deciso di includere l’influencer marketing nella propria media strategy. Il lockdown ha senz’altro fatto da spinta: rimanere costretti in casa ha fatto sì che il numero di creator aumentasse consistentemente rispetto al 2019, così come il numero dei loro followers.  Se dovessimo spiegare che cosa sia l’influencer marketing diremmo che, per definizione, si tratta di una tecnica di marketing che prevede “l’ingaggio” di influencer per raccontare un prodotto/servizio.  Ma che tipo di influencer? Perché possa funzionare i soggetti della comunicazione vanno selezionati accuratamente, secondo determinati criteri. Per esempio, in base alla stessa categoria di prodotto, all’affinità di pensiero, allo stesso pubblico, ai valori comuni, etc. Per quanto riguarda il numero di followers, non sempre conta averne di più. Spesso i migliori influencer sono quelli con un pubblico ristretto, ma di qualità migliore perché maggiormente fidelizzato.   I nano influencer Una categoria di influencer da non sottovalutare è quella dei nano influencer. Si tratta di profili con un pubblico tra i 1000 e i 10.000 followers che, spesso, si concentrano su una nicchia di mercato specifica. Proprio per questo motivo i loro seguaci risultano molto più coinvolti e mostrano mediamente più interesse rispetto a quelli di influencer più noti. Per startup e PMI possono essere una risorsa molto utile per la brand awareness, in quanto sono in grado di intercettare un target potenzialmente più interessato, ad un costo moderato.   Quando ricorrere all’influencer marketing?   Esistono diverse ragioni per cui un’azienda viene spinta verso l’ingaggio di influencer e una di queste l’abbiamo già citata: la brand awareness. Soprattutto per chi muove i primi passi nel campo imprenditoriale, come le startup, prima ancora di vendere dovrebbe investire gran parte delle proprie risorse per farsi conoscere. Gli influencer rappresentano dei modelli per i loro followers e chi li segue è spesso spinto (anche inconsciamente) ad agire come loro. Se un influencer utilizza un prodotto ancora poco o per nulla conosciuto, alcuni dei suoi followers saranno spinti dalla curiosità anche solo di scoprire di cosa si tratti.  Quali sono le migliori piattaforme per l’influencer marketing? | Leggi il nostro articolo I social media nel 2021: ogni piattaforma ha il suo pubblico Un’altra ragione, che riguarda più i grandi brand o brand già riconosciuti all’interno di una comunità, è la stimolazione di conversazioni intorno al prodotto. Prendiamo il caso di Pantene: prima dell’arrivo di Chiara Ferragni come sponsor ufficiale, la linea di prodotti per capelli era ampiamente conosciuta dal pubblico. L’ingaggio dell’influencer ha però permesso che si generassero molte più conversazioni online sul brand e sui suoi prodotti, soprattutto sui social media, ma anche un cospicuo aumento delle vendite.   Senza dubbio l’influencer marketing è una tattica molto versatile da inserire e permette di declinare la strategia in base a diversi obiettivi. Si tratta di uno strumento con un forte potenziale virale: dal singolo influencer che parla del prodotto, i soggetti della comunicazione si possono moltiplicare, anche grazie agli strumenti che i social media mettono a disposizione, come repost, tag o hashtags.

Brand awareness e social media: 5 cose da sapere per migliorare la visibilità del vostro brand

Che cos’è la brand awareness? Un concetto di cui si discute quasi quotidianamente in ambito di marketing. Che abbiate appena avviato un’attività o che siate già imprenditori rodati, avete sicuramente sentito parlare di brand awareness.  Se cerchiamo online la definizione specifica, troveremo che la brand awareness altro non è che la “conoscenza della marca”, ovvero “Ciò che identifica il grado di conoscenza della marca da parte del pubblico” (Glossario Marketing).  In realtà, la brand awareness è qualcosa di più profondo. Non è solo ciò che consente di “conoscere il marchio”, ma il primo step che il brand deve superare all’interno di un funnel. Con la brand awareness ha inizio la customer journey del cliente, ovvero l’intero e frastagliato percorso che lo condurrà lungo le diverse fasi di interazione con il brand fino all’acquisto.    In quest’ottica, i social media hanno un ruolo decisivo. Da mezzi di interazione sono diventati canali di informazione per gli utenti che cercano un contatto con i brand. Uno strumento potentissimo che le aziende possono sfruttare per realizzare i propri obiettivi.    In questo articolo vedremo 5 aspetti su cui puntare per rafforzare la visibilità del brand attraverso i propri social media. E’ forse scontato dirvi che, prima di intraprendere qualsiasi attività di brand awareness, è fondamentale aver selezionato il social giusto (o i social giusti) per il proprio business. Se qualcuno avesse dei dubbi, consigliamo di leggere prima il nostro articolo “I social media nel 2021: ogni piattaforma ha il suo pubblico”, per verificare che stiate comunicando all’interno dello stesso canale del vostro target.       #1 Content marketing   Anche se tutto è importante in una strategia di social media management, i contenuti ricoprono senza dubbio uno degli aspetti più rilevanti. Sono ciò con cui l’utente interagisce, ciò che vede, commenta, valuta. Proporre contenuti di qualità significa stimolare il coinvolgimento della community, suscitare emozioni e quindi reazioni. Studiate a fondo il vostro target per capire che cosa vorrebbero trovare sulle vostre pagine, o sorprendete gli utenti con idee originali che non sapevano nemmeno di volere.    #2 Una comunicazione umana   Il motivo per cui i vostri potenziali clienti vi cercano sulle pagine social non è solo capire cosa offrite, ma anche chi siete. Anche se il vostro obiettivo principale è quello di vendere, non significa che parlare di voi sia superfluo. Curiosità sulla vostra azienda, valori, foto dei luoghi o del personale, dirette, etc. sono aspetti che incuriosiscono l’utente e che si possono sfruttare sui social media. Cercate di includere anche questo tipo di comunicazioni nella vostra content strategy: vi aiuteranno a stabilire un contatto più umano con il vostro pubblico.    #3 Influencer marketing    Potete anche disporre del prodotto più formidabile sul mercato con il miglior rapporto qualità/prezzo, ma se nessuno (o quasi) ne parla le possibilità di farlo conoscere sono scarse. Nell’ecosistema digitale, il passaparola ha assunto un valore inestimabile: il fatto che qualcuno prima di me abbia provato un prodotto e ne sia contento mi porta a scoprire di più sul brand e, magari, ad acquistare. Un altro consiglio per migliorare la brand awareness è dunque quello di investire anche in influencer marketing.    #4 Social media advertising    La vostra brand awareness dipende anche dalle campagne di social advertising e da quanto decidete di investirci. Queste permettono di attirare sulla vostra pagina un target di qualità: utenti selezionati per le loro caratteristiche socio-demografiche o sulla base dei loro interessi, senza dubbio ottimi candidati a diventare clienti. Considerate dunque l’idea di pianificare delle campagne per promuovere la vostra pagina all’interno delle piattaforme social e farvi notare da un pubblico più ampio.    #5 Coltivare la community   C’è differenza tra il comunicare agli utenti e comunicare con gli utenti. Gestire una o più pagine social dove si presentano i propri prodotti ma senza interagire con i followers equivale ad avere un negozio e non parlare con chi ci entra. Cercate di considerare le richieste dei visitatori, le loro domande, i loro complimenti e le loro critiche. Non far sentire abbandonata la vostra community contribuisce non solo ad aumentare la brand awareness, ma anche a migliorare la percezione che i clienti hanno di voi e della vostra azienda.    Ora che siete a conoscenza  degli aspetti rilevanti per una strategia di brand awareness potete cominciare a metterli in pratica. Fate prima un check-up della vostra pagina aziendale, cercate di capire cosa manca e come potreste applicare questi consigli al vostro business.  Gestire i social media è un’attività impegnativa, che richiede tempo, dedizione e costanza. Per questo molto spesso è necessario (e consigliato) affidarsi a un social media manager esperto che sappia indirizzarvi verso la strategia più adeguata.  Cerchi aiuto per migliorare la brand awareness sui tuoi social aziendali? Mettiti in contatto con il nostro team per gestire l’attività di social media management!

TikTok: intrattenimento e autenticità per la crescita del brand

Quasi la metà degli utenti sulla piattaforma ritiene che TikTok sia allegro. E’ questo uno dei tanti dati interessanti che emergono dall’indagine di Flamingo Group sulla community del social più “divertente”.  Fino a non molto tempo fa, associare le aziende a TikTok era quasi impensabile. Oggi sarebbe assurdo il contrario.  Nel 2021, la ricerca della creatività è diventata una grande sfida per i brand, che ogni giorno sono circondati da infinite possibilità, ma anche dal rischio di banalizzare la comunicazione. Ciò che TikTok offre alle aziende è una nuova strada creativa che (se sfruttata bene) può produrre ottimi risultati.       Una piattaforma positiva   “Intrattenimento” è la parola d’ordine su TikTok. Il 75% dei suoi utenti rivela di accedere alla piattaforma principalmente per divertirsi e il 78% dichiara di provare sentimenti più positivi dopo aver guardato contenuti su TikTok. Se in un primo momento era  diffuso soprattutto tra i giovanissimi che si dilettavano nella creazione di video, ora anche Millennials e Boomers lo utilizzano per la ricerca di entertainment.  Generalmente, i contenuti con i quali l’utente si imbatte sono semplici, leggeri e tengono alla larga dalla negatività. Scene di vita quotidiana, tutorial, consigli, racconti… è ciò che si incontra sfogliando il feed di questa piattaforma. Un universo positivo,certo, ma anche autentico.     L’impatto sull’advertising   L’aura di positività che circola attorno e dentro TikTok influenza anche l’advertising. Infatti, il 56% degli utenti dichiara di migliorare la propria considerazione di un brand dopo averne visto un contenuto su TikTok.  Ma non è solo questo aspetto ad incidere sulla percezione dei brand: su TikTok la comunicazione avviene in maniera più autentica, genuina, ed è così che figurano le aziende che utilizzano la piattaforma.  Per queste ragioni il social si presenta come un ottimo canale di conversione dove le inserzioni risultano decisamente più performanti rispetto ad altri social. A dirlo sono soprattutto i dati: nella pubblicità a pagamento, TikTok mostra un ritorno del 30% superiore alla media del canale digitale. Un dato interessante che dovrebbe far riflettere anche chi si mostra ancora scettico nei confronti di TikTok a livello aziendale.      Brand che utilizzano TikTok for business   Sono già diversi i marchi che hanno deciso di investire (e anche molto!) in campagne su TikTok. Tra i brand di casa troviamo Barilla, che ha saputo cogliere un’opportunità di coinvolgimento non indifferente. In occasione del #RigatoniDay (24 maggio) ha diffuso la propria hit Funky Rigatoni, rivisitazione di Funky Town, accompagnata da video di creator che invitano a mangiare un piatto di rigatoni. L’alto tasso di coinvolgimento (8.900 creazioni degli utenti) e numero di visualizzazioni (2 milioni di interazioni) dimostrano quanto la strategia di Barilla si sia rivelata vincente.    L’Oréal, invece, ha scelto di lanciare la #DreamLongChallenge, una sfida associata all’utilizzo del suo prodotto per capelli lunghi Dream Long di Elvive. Anche questa mossa ha riscosso successo, generando oltre 523 milioni di visualizzazioni e 161.000 creazioni da parte degli utenti.    Anche se l’utilizzo di TikTok in una strategia di digital marketing presenta ancora molti aspetti da esplorare, i dati di cui al momento disponiamo rivelano premesse decisamente incoraggianti. La presenza dei brand sulla piattaforma non è scontata da parte degli utenti e questo può trasformarsi in un valore aggiunto in termini di percezione, reputation e awareness.   Cerchi consigli per posizionare o migliorare la presenza della tua azienda su TikTok? Contatta i nostri esperti per scoprire di più!

Social commerce: Facebook e Instagram sono le nuove vie dello shopping

Il 2020 è stato un anno di evoluzione per il social commerce. Vi abbiamo già parlato di marketplace in un nostro precedente articolo (lo trovate qui!), dove ogni utente ha la possibilità di mettere in vendita dei prodotti. Strettamente correlata a questa tipologia, si è aggiunta una nuova soluzione: quella degli Shop collegati alle pagine social. Si può dire che la pandemia abbia accelerato il progetto di Zuckerberg di impostare delle vere e proprie vetrine sulle pagine delle sue piattaforme.   Come funziona uno Shop?   Questa tipologia di social commerce è disponibile per tutti i brand che siano in possesso di una propria pagina su Facebook e/o su Instagram: con pochi e semplici passi è possibile dare vita ad un vero e proprio negozio virtuale. Chi vuole accedere allo Shop non deve fare altro che visitare la pagina aziendale, dove troverà ben visibile il link per accedere allo store: qui si possono visualizzare i prodotti, conoscerne i prezzi e decidere se acquistarli. E, proprio come in un negozio fisico, è possibile ricevere assistenza tramite la funzione di messaggistica collegata direttamente a chi se ne occupa.    Perché investire nel social commerce?   Benché la messa in funzione delle vetrine sia recente, i vantaggi sono già evidenti. Gestire un social commerce permette al venditore di ampliare i suoi confini e di raggiungere clienti che normalmente sarebbero difficili da acquisire. Inoltre, non necessita di un e-commerce, ma può essere personalizzato secondo i gusti e le necessità dei venditori.      Un altro lato positivo di intraprendere un’attività di social commerce è la notorietà che i social media possono conferire al brand. Essere presenti e farsi notare contribuisce ad aumentare la brand awareness: suscitare un costante interesse nel pubblico è un’azione fondamentale da non sottovalutare. Per questo motivo, dopo aver catalogato i propri prodotti nella vetrina, è indispensabile affidarsi a una solida strategia social in grado di valorizzarli. Il rischio di non mettere a punto un piano editoriale strategico è quello di far cadere nell’anonimato tutto il lavoro.    Dedicarsi a un social commerce può rappresentare un’opportunità per l’impresa sia per ampliare la propria clientela che per fidelizzare quella già acquisita. Il livello di penetrazione dei social media nella vita delle persone è sempre maggiore e si fa sempre più affidamento a questi strumenti per azioni quotidiane: da semplici mezzi di comunicazione a distanza sono diventati i nostri giornali, i nostri album fotografici e adesso anche le nostre vie dello shopping. Vuoi saperne di più? Per avere maggiori informazioni su come aprire il tuo social commerce puoi contattarci qui!

I social media nel 2021: ogni piattaforma ha il suo pubblico

Oggi vi parliamo di social media, in particolare del pubblico presente su ognuno di loro. Complice la recente pandemia, in Italia l’utilizzo di social media è in costante aumento. Per questa ragione le imprese non dovrebbero sottovalutare il potenziale che offrono questi strumenti per le loro strategie di digital advertising. Il 58% degli italiani utilizza almeno un social media. Si tratta di un dato importante, che può essere sfruttato da professionisti per raggiungere il giusto pubblico e promuovere aziende, prodotti e servizi. Vediamo insieme nel dettaglio la tipologia di pubblico di ogni piattaforma.   YouTube: l’importanza di “stare nel tubo” Piattaforma importante per il video advertising, YouTube possiede un pubblico decisamente vasto. Si concentrano utenti dai 16 ai 45 anni, indistinti in genere e di diversa istruzione. Da tenere a mente, YouTube si presenta come un motore di ricerca a tutti gli effetti. Gli utenti lo utilizzano per cercare contenuti video di vario genere. Ecco perché chi vuole fare advertising deve comprendere la logica di questa piattaforma: c’è chi accede per mero intrattenimento, altri invece ricercano contenuti utili, a livello lavorativo o hobbistico.   Facebook: un terreno complesso ma efficace Il colosso delle piattaforme social ospita ben 29 milioni di utenti italiani. Il pubblico del primo network di Zuckerberg è il più variegato e complesso. Si registra un connubio tra “Boomer” (55-75 anni) e “Millennial” (25-40 anni). La presenza dei giovanissimi è, invece, molto ridotta. La complessità, ma anche il valore aggiunto, di Facebook deriva dalle sue innumerevoli funzioni: pagine, gruppi, servizio di messaggistica, marketplace e anche social commerce. Possiamo affermare che si tratti di un social collaudato nel tempo, dato confermato dall’elevato numero di iscritti, di diverse età, e la possibilità di sfruttare vari strumenti. Queste caratteristiche garantiscono una maggiore stabilità dal punto di vista dell’advertising rispetto ai social media nascenti. In ottica B2C, Facebook si presenta di conseguenza come un mezzo efficace.   Instagram, dove l’immagine è relazione Il social media che negli ultimi cinque anni ha registrato una crescita esponenziale. Oggi conta 20 milioni di utenti in Italia. Il suo target è decisamente più giovane rispetto a Facebook, infatti la maggioranza degli utenti è sotto i 35 anni. Questa piattaforma ha rappresentato una via di fuga per le nuove generazioni, scappate da “luoghi” già colonizzati dai propri genitori (come è accaduto con Facebook). Instagram ha guadagnato notorietà per i suoi formati visual su cui si concentra l’attenzione degli utenti. Per brand e creator, la modalità storytelling attraverso immagini e video permette di stabilire un contatto con il pubblico. Inoltre, nel corso del tempo, si è rivelato un social che premia l’aspetto relazionale.   Twitter: la parola chiave è “immediatezza” Twitter è un social media sfruttato più per comunicazioni ufficiali e news da parte dei media. La regola d’oro è essere diretti: infatti, i post non possono superare i 240 caratteri. Proprio per questo gli utenti si aspettano l’immediatezza nella comunicazione. Questo non significa che valga meno in ottica di advertising. In Italia conta 3,17 milioni di utenti attivi, la maggioranza tra i 25 e i 49 anni. Si tratta di un pubblico adulto istruito e per lo più maschile.   LinkedIn, il social media dedicato al mondo del lavoro Fondato nel 2002, in Italia conta 14 milioni di iscritti. Per la sua natura, spiccano utenti tra i 25 e i 34 anni con un livello di istruzione medio-alto e professionisti di ogni settore, per la maggior parte di genere maschile. Il pubblico di LinkedIn aspira a un diverso tipo di networking: non cerca intrattenimento ma opportunità e informazione. Ciò che condivide con la propria cerchia riguarda esperienze professionali, istruzione e novità in ambito lavorativo. Dal lato delle imprese, è un social più mirato alla comunicazione B2B.   TikTok: time to change Il social network che negli ultimi tempi ha fatto ampiamente parlare di sé. TikTok è al momento la tendenza dei giovanissimi: i suoi utenti non superano in media i 29 anni e sono per la maggior parte di genere femminile. Complice il lockdown, la piattaforma ha registrato un notevole aumento del tempo di permanenza del pubblico. Questo dato non ha lasciato indifferenti gli advertiser: sono già numerosi i brand che hanno scelto di presidiare questa piattaforma. Anche perché il livello di attenzione è particolarmente alto ed è un aspetto molto importante dal punto di vista dell’advertising.   Allora, hai scelto il tuo social? Se ti interessa il Social Media Advertising per la tua impresa e vuoi saperne di più, contattaci qui!

Social Media Advertising: cos’è e perché è importante per le imprese

Oggi, i social network costituiscono uno strumento rilevante, sia dal punto di vista personale che da quello delle imprese. Il 58% della popolazione italiana è attiva sui principali social network, generando un traffico web non indifferente (dato confermato da Report Digital 2020).   Il Social Media Advertising nel web marketing Ma che cos’è esattamente il Social Media Advertising? Si tratta di una strategia di digital marketing che negli ultimi anni si è rivelata molto proficua per le aziende che hanno intrapreso campagne social. L’obiettivo è quello di intercettare l’utente mentre consulta il feed dei suoi social network e catturare la sua attenzione, mettendolo direttamente in contatto con l’azienda o con il prodotto. Social Media Advertising e creatività Si tratta di uno strumento estremamente utile se sfruttato nel modo corretto. Per questo motivo richiede un’attenzione particolare per quanto riguarda la scelta del social network che può determinare il buon esito della campagna. Non meno importanti, sono le scelte di profilazione del target, delle keywords su cui orientare il messaggio e delle tempistiche di propagazione. Anche la cura dell’immagine e del tono di voce sono elementi non trascurabili. La creatività è, insomma, un elemento essenziale nella procedura. I consumatori contemporanei, ormai abituati alle strategie pubblicitarie che li circondano, non si stupiscono più così facilmente e ai marketers spetta il duro compito di catturare la loro attenzione, ideando campagne efficaci in quanto coinvolgenti per l’utente. Quest’ultimo si deve sentire a proprio agio per accogliere il messaggio, e quale strumento può soddisfare questa esigenza meglio dei social network?   I vantaggi del Social Media Advertising: quali sono e perché     Alto tasso di conversione Una caratteristica che contraddistingue positivamente questa strategia è sicuramente il successo del tasso di conversione del lead che genera risultati decisamente più positivi rispetto alle campagne tradizionali. Questo dato è frutto del fatto che l’utente venga colpito, come abbiamo già constatato, laddove si sente più rilassato e dove vaga in cerca di intrattenimento, in un luogo confortevole che fa sì che si renda disponibile ad ascoltare e ricevere il messaggio.   Budget Un aspetto decisamente accattivante, dal punto di vista delle aziende, è il budget contenuto delle campagne social. Il costo è più conveniente rispetto a quello delle campagne offline, come ad esempio quelle televisive o sui giornali, e la possibilità di raggiungere il target in maniera capillare è elevata.   Profilazione del target Attuare una campagna di Social Media Advertising significa anche avere la possibilità di effettuare una precisa profilazione del target. I social network come Facebook o Instagram permettono di captare efficientemente gli interessi dell’utente e di recapitargli un messaggio che ha ottime probabilità di giungere a destinazione.   Se vuoi avere più informazioni sul Social Media Advertising per la tua impresa contattaci qui

Social network e imprese: 7 consigli per la tua pagina aziendale

La tua impresa ha aperto una pagina social ma nonostante l’impegno non vedi risultati. Al contrario, il tuo competitor sembra riscuotere un discreto successo. Una questione di sfortuna? No, probabilmente stai sbagliando qualcosa. Gestire una pagina di un business non è esattamente una passeggiata. Essenziali sono l’impegno, la costanza e qualche consiglio strategico. Ma non demordere! In questo articolo cercheremo di spiegarti cosa evitare e cosa, invece, sfruttare quando si imposta una pagina social.   1- Fatti sentire! Può sembrare scontato. Eppure è la presenza (o l’assenza) del brand online che ne determina il successo. Essere attivi e pubblicare con frequenza fa sì che il pubblico non si dimentichi di voi. Questo non significa postare a ogni ora del giorno, che potrebbe portare all’effetto opposto. E’ fondamentale farsi notare puntando sulla qualità dei contenuti e non sulla quantità. Quindi testi non eccessivamente lunghi e mirati, che possano suscitare l’interesse del cliente senza invadergli la bacheca.   2- Investire in social adv Che tu sia una PMI o un grande marchio, investire in pubblicità non sarà mai inutile. Attuare un piano di Social Media Advertising può aumentare notevolmente la brand awareness. Inoltre, puoi facilmente raggiungere un target in linea con i tuoi servizi, incrementando le possibilità di farti conoscere e trovare nuovi clienti.     3- Ogni social ha il suo linguaggio Se hai deciso di aprire la tua pagina aziendale su diversi social network, pubblicare contemporaneamente lo stesso post su uno e l’altro può sembrarti una rapida via d’uscita. Ma non è così. I social sono prima di tutto dei “luoghi”, e in quanto tali ognuno esige un comportamento specifico, in base a regole proprie e a necessità specifiche. E’ importante quindi tenere a mente che non è proficuo postare tutto nel medesimo tempo e nel medesimo modo. Un altro consiglio che ti diamo è di non occupare per forza tutti i social network. Cerca di capire dove si concentra maggiormente il tuo target di riferimento e focalizzati su quello.   4- Parole magiche: interazione e ascolto Per un’azienda, è importante mantenere vivi i rapporti con i clienti e i fornitori. Per questo ti suggeriamo di rispondere ai messaggi, ai commenti e alle recensioni, anche a quelli negativi. Forse è scontato dirti che litigare con i clienti non è produttivo. Cerca sempre di dare risposte cordiali… e non dimenticare di chiedere scusa! Ascoltare i clienti è un metodo efficace per consolidare il nome della tua azienda. Ignorare i loro messaggi e le loro richieste non è affatto proficuo per la tua reputazione. La tua pagina è una versione virtuale della tua attività. Ignoreresti mai un cliente che entra nel tuo negozio? Considerato che la tua risposta sia no, allora non dovresti farlo nemmeno sui social network.   5- I social network non sono vetrine Mentre le vetrine dei negozi fisici rimangono limitate a certi formati, online possiamo puntare su diverse tattiche per catturare l’attenzione del nostro pubblico. I social permettono di raccontarsi anche attraverso una sorta di gamification: puoi coinvolgere i tuoi followers facendo loro domande, chiedendo pareri, creando sondaggi o raccontando i tuoi prodotti in maniera insolita e divertente. Insomma, puoi trovare diverse strategie per mantenere viva la tua community. Per questo ti suggeriamo di abbandonare la formula “vetrina di prodotti”, che a lungo andare finirà per annoiare e far scappare il tuo pubblico.   6- Qualità, non quantità Benché l’idea di avere un elevato numero di followers alletti quasi chiunque, “comprarli” non è poi così vantaggioso. Se inviti a seguire la tua pagina solo utenti che decidono di accontentarti ma hanno ben altri interessi, i tuoi contenuti varranno ben poco. Un negozio di antiquariato può avere 100K followers, ma se la metà di loro ha una passione per l’arredamento Ikea non serviranno a granché. Quindi cerca di catturare quegli utenti che siano potenziali clienti del tuo brand (ecco perché la pubblicità è importante!).   7- Pronti, partenza, via! Ti abbiamo detto quelle che secondo noi sono le regole d’oro perché la tua azienda abbia successo sui social network. Ora non resta che metterle in pratica. Detto questo, ti ricordiamo che la gestione di una pagina aziendale necessita di competenza e assoluta professionalità. Ecco perché sconsigliamo di affidarla a qualunque individuo sappia smanettare online. Piuttosto, sarebbe opportuno investire inizialmente in un Social Media Manager esperto, che struttura il raggiungimento degli obiettivi e ne riconosca limiti e potenzialità.     Stai cercando un Social Media Manager? Contattaci qui!

Geolocalizzazione del target: vantaggi e opportunità per l’impresa

Per il successo di una campagna, la profilazione del pubblico è un elemento essenziale. Il digital marketing possiede numerosi strumenti utili a questo scopo, uno di questi è la geolocalizzazione del target. Come funziona e quali sono i suoi vantaggi?   Geolocalizzazione: come sfruttare la posizione per fare marketing   In ottica digitale, quando parliamo di geolocalizzazione facciamo riferimento alla posizione fisica degli utenti rilevata dal GPS dei loro dispositivi. Questo dato, raccolto in forma anonima ed attentamente analizzato, può essere utilizzato per impostare una campagna di digital marketing.    La geolocalizzazione permette di profilare il target secondo la posizione degli utenti in un determinato momento. Per il marketing digitale questo fattore rappresenta un potenziale non trascurabile. Il pubblico può essere selezionato più accuratamente e il messaggio ha maggiori chances di giungere a potenziali clienti.   Diverse soluzioni   Utilizzare la geolocalizzazione del target può essere un’operazione molto proficua quanto delicata. In particolare, è essenziale capire in che modo sfruttare la posizione geografica per raggiungere il proprio pubblico.  Esistono diverse modalità di geolocalizzazione che spaziano dalla selezione dell’intero territorio nazionale o macro aree regionali, fino ad arrivare al tracciamento degli utenti tramite soluzioni di monitoraggio in store tipiche del footfall. Ad esempio, si possono raggiungere le persone che entrano fisicamente all’interno di un recinto digitale, quale un quartiere di una città, una via, un centro commerciale. Oppure si può definire un’area sulla base del tempo necessario a raggiungere un determinato punto d’interesse, come un’università, un punto vendita, un servizio e intercettare così gli utenti al suo interno. Tutte le soluzioni mirano ad un obiettivo: intercettare il target più appropriato per una campagna secondo la sua posizione geografica che, in caso di profilazioni altamente geolocalizzate, può essere un ulteriore indizio degli interessi e necessità degli utenti.    Potrebbe essere quindi utile per un rivenditore di automobili geolocalizzare il target della sua campagna selezionando coloro che nell’ultimo periodo di tempo sono entrati in una concessionaria; così come per un imprenditore che vuole promuovere un nuovo punto vendita potrebbe essere proficuo indirizzare il messaggio a chi si trova nei dintorni. Starbucks, ad esempio, utilizza il geotargeting per promuovere le sue offerte: mediante soluzioni di beacon, geolocalizza chi si trova in prossimità di uno store per inviare promozioni personalizzate via SMS.   I vantaggi della geolocalizzazione   Perché scegliere di sfruttare la geolocalizzazione per la propria campagna?    Una profilazione ad hoc Le campagne data driven sono ormai la base del digital marketing. Attraverso i dati disponibili online si possono creare identikit dei potenziali clienti, da utilizzare per indirizzare un messaggio perfettamente in linea con i loro interessi. La geolocalizzazione, in particolare, può fornire informazioni sugli stili di vita degli utenti. Un fattore decisamente non trascurabile per la buona riuscita di una campagna.   Uno strumento versatile Diversi sono i luoghi o i punti d’interesse selezionabili, così come varia è la modalità di erogazione. Potrò decidere di promuovere la pubblicità di un corso di scrittura creativa a coloro che si trovano a pochi metri dalla facoltà di lettere. Oppure scegliere di erogare una campagna di sensibilizzazione all’alcool a chi entra in una discoteca. Le possibilità sono davvero tante e ciascuna porta con sé determinati vantaggi se correttamente implementata.   La geolocalizzazione del target non è uno strumento da sottovalutare. Essere nel posto giusto al momento giusto può determinare il successo (o l’insuccesso) di una campagna.   Se vuoi avere maggiori informazioni sulla geolocalizzazione per la tua impresa, contattaci qui!

Video Advertising: l’audiovisivo nel 2021

Oggi vi parliamo di Video Advertising. Nel linguaggio comune, sono spot pubblicitari emessi in formato video che compaiono durante la navigazione online. L’utilizzo di Video Advertising da parte delle aziende è in costante aumento. Dopo la pandemia il tempo passato a visualizzare contenuti in streaming è significativamente incrementato (il 26% del tempo trascorso online, secondo We Are Social), spingendo i marketers ad interessarsi sempre di più a questo formato.    Diverse tipologie di Video Advertising    Benché il formato sia lo stesso, il Video Advertising può essere sfruttato in due soluzioni: in stream e in page.   In stream Video Ads Sarà capitato a chiunque di imbattersi in questo tipo di contenuti navigando su piattaforme video (come YouTube). Sono spot pubblicitari inseriti prima (pre-roll), durante (mid-roll) o dopo (post-roll) i video sulla piattaforma. In questi casi – in particolar modo durante i pre-roll – la soglia di attenzione dell’utente è molto elevata, visto che si accinge a consumare un video che lui stesso ha cercato.    In page Video Ads Questa tipologia comprende gli spot video presenti sulle pagine dei siti web, con cui l’utente interagisce navigando online. Compaiono sotto forma di banner o pop-up e, anche in questo caso, può essere semplice catturare l’attenzione dell’utente: le pagine vengono accuratamente selezionate dai digital marketers, che cercheranno quelle più in linea con i contenuti del video.    Una metodologia di Video Ads che è doveroso segnalare e che sta prendendo piede è quella legata alle Connected TV. Attraverso questi dispositivi è possibile erogare i propri spot pubblicitari facendo perno sul mass media per eccellenza: la televisione. Un canale da tenere d’occhio e che presto sarà tema di nuove conversazioni nel mondo del digital advertising.   I vantaggi del Video Advertising    Considerando anche la recente pandemia, le campagne di Video Advertising possono registrare diversi punti positivi per le imprese che decidono di implementarle. Gli utenti interagiscono maggiormente con i contenuti video online, aumentando in modo significativo le probabilità di essere influenzati dagli annunci pubblicitari presenti. Inoltre…   …Il video è engagement  In linea di massima, il cervello tende ad elaborare più facilmente i contenuti audiovisivi piuttosto che le parole scritte: gli spot in formato video risultano per questo motivo più impattanti rispetto ad altri formati. Durante la visione di un video, è probabile che il consumatore tenda a concentrarsi di più sul contenuto e venga in questo modo coinvolto sul lato emotivo.     … Il video è viralità  Fino a 10-15 anni fa si parlava ancora di popolarità: nel 2021 si parla di viralità. Oltre ad essere da tempo al primo posto tra le piattaforme per contenuti audiovisivi, YouTube è il social media più utilizzato a livello globale. Questo significa che i contenuti video possono essere consumati, apprezzati, e condivisi da un fetta di popolazione non indifferente. Ma non solo: in termini di SEO, il fatto che Google possieda YouTube fa sì che i contenuti video siano ben posizionati nelle pagine di ricerca!   …Il video è adattabilità  Un altro fattore da tenere in considerazione nel Video Advertising è la sua adattabilità alle piattaforme social: Facebook, Instagram, TikTok e tanti altri sono in grado di ospitare perfettamente i contenuti video all’interno delle loro bacheche. Questo consente agli spot video di raggiungere un pubblico molto ampio e in ambienti quotidiani, in cui l’utente si rende disponibile ad accogliere positivamente i contenuti.    Possiamo concludere riassumendo il Video Advertising come un ottimo vettore di fidelizzazione del consumatore: coinvolgimento, viralità e adattabilità sono le parole chiave da tenere a mente se si intende programmare una campagna digitale efficace.  Sei pronto a portare la tua attività online? Scopri il Video Advertising, contattaci qui!